C’era un pero selvatico, un perastro…

pero_selvaticoA distanza di una settimana piccolo ragguaglio sullo spettacolo di Ascanio Celestini, questo dedicato al lavoro. Ha presentato frammenti di Fabbrica, ma anche un abbozzo del nuovo studio sul lavoro precario. In questo caso protagonista un telefonista del call center alle prese con il maniaco sessuale. L’elemento musicale questa volta in alcuno momenti ha quasi preso il sopravvento. Trio composto da Fisarmonica (Gianluca Casadei), Chitarra (Matteo D’Agostino) e Violoncello (Roberto Boarini), con oscillazioni fra il Jazz e la musica popolare. A sopresa (almeno per me) Ascanio canta e canta due canzoni dal sapore vagamente Gaberiano. Elemento presente sempre nelle sue narrazioni: la natura (nella fattispece il simbolico albero di pere selvatiche), natura che spesso vince anche sul mattone e il matto, il matto come portatore della verità che nessuno si vuole raccontare o sentirsi dire.
Torno a consigliare l’acquisto dei biglietti per i suoi prossimi due spettacoli della serie “Carta Bianca“, che si terranno a Dicembre e a Febbraio. Per il costo del biglietto ne vale davvero la pena.

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