Spero in un post breve. E conciso. Breve e conciso. Mi intendo abbastanza di musica classica. Mi intendo un po’ meno di lirica. Mi intendo di Teatro. Lo vivo. L’equivalente del “Buu” loggionista in teatro è il pubblico freddo. Freddo e che tossisce. Il colpo di tosse in un teatro è come uno sparo verso l’attore. Mi voglio ricollegare all’articolo di Giorgia e di Gaspar. Libertà assoluta di tossire o di “buuare”, ma, cari loggionisti e cari tossenti, sappiate che non siete i latori ultimi della verità. Fate solo aumentare gli scettici verso una forma d’arte che, lo vogliate o no, si sta sclerotizzando. Anche per colpa vostra.
> Libertà assoluta di tossire o di “buuare”, ma, cari loggionisti e cari tossenti, sappiate che non siete i latori ultimi della verità. Fate solo aumentare gli scettici verso una forma d’arte che, lo vogliate o no, si sta sclerotizzando. Anche per colpa vostra.
Parole sante.
Come ho scritto anche a Gaspar, per Marta questo pasticciaccio del “buuu” alla Scala assume un significato molto più importante del chi ha ragione o chi ha torto.
Proprio il giorno prima le ho letto e poi abbiamo sentito l’audiobook di quel libretto uscito con Il Corriere della Sera “La sera prima della Prima” Che parla del teatro alla Scala e dell’Aida.
A Marta è piaciuto molto e ha trovato curioso sentire qualche aria dell’Aida e qualche aneddoto di mia nonna che mi cantava la Turandot o La Traviata con la voce stonata mentre io giocavo con i suoi libretti d’opera.
A sei anni ha maturato un odio verso il jazz unicamente per farmi rabbia, ma sente veramente di tutto e con gusto.
E per la prima volta ha potuto leggere una notizia dal giornale capendo di che cosa si stava parlando. Son cose. A sei anni non ancora compiuti – mancano 8 giorni, son veramente cose.
Buona notte
Comidademama