Scatole cinesi

Gianluca Neri aveva chiesto ai suoi lettori di dare giudizi (e anche suggerimenti immagino) per il suo programma su Radio2 Rai intitolato “Scatole Cinesi“. Io, nel mio piccolissimo, (ma essendo estremamente “radiofonico”) ci provo, senza ovviamente la pretesa di essere ascoltato. L’arrivo del palinsesto radiofonico estivo dirada, per non dire estingue, ogni idea di programma con contenuti, autori e conduttori con un’idea chiara e precisa di quello che stanno facendo, lasciando dei programmi che divengono riempitivi fra uno scatto e l’altro del Selector. Quest’anno in Radio2 hanno pensato di non lasciare gli ascoltatori pomeridiani in balia del tedio assoluto, di RadioRock ormai trasformatasi in una talkradio, ma di provare a fare qualcosa che poi sia ripetibile o riutilizzabile anche in altre situazioni. In questo frangente prende il via appunto “Scatole Cinesi”, condotto da LaLaura e Gianluca, che si va a prendere l’onore e l’onere di sostituire Caterpillar. Si parla di Cina, tecnologia, internet e i suoi mezzi. Ripeto, sento tanta radio, molta più radio che televisione, faccio un semplice elenco di quello che va, quello che andrebbe, quello che non serve:

  1. La sigla di Pacifico. Sono un fan dei ragazzi del Barlumen (Razione K, La fabbrica dei polli), scelta perfetta e magnifica.
  2. Va bene differenziare i due ruoli dei conduttori (tecnologico Vs. A-tecnologica), però non lo esagerate.
  3. Segate via i clip campionati! Troppe campane, pezzi di “Grosso guaio a Chinatown“, e cineserie assortite (non levarli del tutto, ma usarli come stacchi o per lanciare la pubblicità). Inutile (e fastidioso all’ascolto) far partire suoni a casaccio mentre parlate. Già c’è la citata RadioRock che ci propina Verdone e Brega in tutte le salse. Buona l’idea di un tormentone. I giocatori di Ping Pong possono fare al caso vostro. Spingete su quelli.
  4. Ragazzi, più pimpanti. Pimpatevi! Non dico di essere esageratamente scoppiettanti alla Cirri e Solibello, ma un po’ di entusiasmo in più non guasta.
  5. E parlando proprio del lascito della ruspa radiofonica e visto che si parla di Cina, fatevi imprestare le fantastiche lezioni di cinese, o fatene voi di nuove.
  6. Tutto quello che è a supporto dell’ascolto e dell’interattività del programma è in mano a Gianluca, da twitter al podcast. Perfetto, mai scelta più ampia sino ad ora.

I “radiofonici” sono terribilmente conservatori, quindi restii alle novità, ma si affezionano facilmente. Dal mio punto di vista questi pochi ritocchi limerebbero le asperità del programma che spingono il ditino verso la “manopola” della sintonia o della memoria. Per il resto un tardivo In bocca al lupo!

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *