[quanta polvere!] Questo finesettimana si è concluso il 6 Nazioni 2011. A vedere la classifica sembrerebbe non sia cambiato nulla in casa azzurra, ultima posizione (wooden spoon) ecc. Ma in realtà questo 2011 appare più come un punto di svolta che una comparsata.
Volevo partire dal punto più basso, ovvero la partita con l’Inghilterra. Solo che i risultati dell’ultima giornata hanno cambiato ancora il punto di vista. La vincitrice del torneo non ha fatto il Grand Slam, ed è caduta a Dublino con un punteggio peggiore degli azzurri a Edimburgo. Questo cambia ancora di un angolo la visione d’insieme del torneo. Questo è l’anno di esordio delle nostre due franchigie in Celtic League. Oltre ai risultati (migliori per la Benetton, peggiori per gli Aironi ma con alcune belle cose), ha portato parecchi giocatori che poi si ritrovano in nazionale a giocare con livelli europei, come già facevano quelli che giocavano stabilmente in Francia o in UK. Questo si è riflesso nel gioco della nazionale, con alcuni lati deboli, messi in evidenza proprio dall’alto livello generale.
Più gioco alla mano – Le mete sono arrivate da gioco alla mano come non ne vedevamo da molto tempo, ma la partenza fuori dal punto di contatto è sempre pressoché da fermo, con ovvie conseguenze sulla conquista del vantaggio e di metri preziosi. In pratica il primo passaggio del mediano trova il compagno arretrato quasi fermo, con conseguente salita rapida della linea difensiva avversaria, che si traduceva in palla e uomo in genere al secondo o terzo passaggio. Se si riusciva a evitare questa prima lenta fase la palla arrivava alle ali che hanno fatto qualche scoribanda ma ecco uno dei punti dolenti.
Riciclo – Il riciclo da parte dei placcati è sempre scarso, poco più dello scorso anno (devo ancora scorrere le statistiche, ma l’impressione è quella. Spesso isolate le ali sono riuscite comunque a non fare quintali di tenuti, ma la differenza salta agli occhi guardando le conquiste di campo fatte da noi contro Irlanda o anche la stessa Francia.
Rimesse – Ghiraldini con la percentuale più spaventosa degli ultimi anni. C’è poco da dire. Se concedi troppe rimesse agli avversari, non puoi sfruttare quella che era la mischia più forte d’Europa.
Mischia – E’ ormai al livello di quelle delle altre squadre. Non è un punto debole ma neanche la schiacciasassi che avevamo in precedenza. Il pack italiano continua a fare grandi Rolling Maul, ma se mancano le rimesse prese a due mani…(vedi sopra).
Calci – Chi getta la croce su Bergamasco non ha capito che un giocatore che nel suo club non fa il calciatore di “ruolo” e può esercitare solo in nazionale è da ammirare e lodare. Certo, 50% è una ben scarsa percentuale ma quando la concentrazione è salita si è fatto determinante come con la Francia (e in negativo con Irlanda e Galles).
Capitolo Francia – La prima conquista del trofeo Garibaldi (scimmiottato alla Calcutta Cup?) è un eventi storico, contro i campioni in carica. La Francia ha sbagliato atteggiamento, ma non era certo una partita fasulla.
I due match contro Irlanda e Galles, persi di un soffio o di tanti calci persi hanno messo in evidenza proprio la manchevolezza realizzativa. Non di sole Mete vive il Rugby. I giornali d’oltremanica, Gallesi e Irlandesi, hanno messo in evidenza che quest’anno non c’erano grosse differenze fra le squadre, e che l’Italia era da temere come non mai. Alla fine i due crolli grossi sono stati contro l’inghilterrra (forse anche psicologico) e il terribile secondo tempo Scozzese (più fisico che altro). Ma la squadra fino all’uscita di Masi (uomo chiave quest’anno), era all’altezza della fama conquistata. Vedremo se i prossimi grandi appuntamenti (il mondiale alle porte, con il solito girone impossibile) e il prossimo 6 Nazioni mostreranno ancora miglioramenti, che saranno da prevedere guardando come evolverà il discorso Celtic League.