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Qulo!!


Biglietto sul fil di lana!

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Mi ero ripromesso di non passare il solito capodanno e contavo sul Gospel Festival dell’Auditorium per farlo. Ma ecco l’intoppo. Nel giro di tre giorni spariscono circa quattrocento biglietti e mi trovo a dover fare i conti con la fortuna. Ovvero presentarmi alla biglietteria la sera stessa del concerto per trovare i biglietti residui. Quando mi sono messo in fila stavano distribuendo gli ultimi 20 posti “in piedi” (o meglio non assegnati). Il resto è stato un concerto fantastico con delle voci da brivido, un brindisi vero e finalmente un fine d’anno senza trenini televisivi.

(senza contare un rientro a casa attraversando una Roma irreale!)

Un colpo di tosse vi seppellirà

Spero in un post breve. E conciso. Breve e conciso. Mi intendo abbastanza di musica classica. Mi intendo un po’ meno di lirica. Mi intendo di Teatro. Lo vivo. L’equivalente del “Buu” loggionista in teatro è il pubblico freddo. Freddo e che tossisce. Il colpo di tosse in un teatro è come uno sparo verso l’attore. Mi voglio ricollegare all’articolo di Giorgia e di Gaspar. Libertà assoluta di tossire o di “buuare”, ma, cari loggionisti e cari tossenti, sappiate che non siete i latori ultimi della verità. Fate solo aumentare gli scettici verso una forma d’arte che, lo vogliate o no, si sta sclerotizzando. Anche per colpa vostra.

SNL? SNL!

1941Si potrà parlare di Mercoledì di una cosa vista Sabato notte?

Conosci il programma, sai a cosa stanno andando incontro gli autori italiani che dovranno adattare un format lontano anni luce dal tipo di televisione nostrana. Leggo due bei interventi a favore della cosa, senti parlare di Raul Bova, delle Vibrazioni (che tanto malaccio non sono), ti commuovi ricordando Zappa che dirige l’orchestra con il pazzo che fa il cinese. Pensi: “appena posso gli do una chance”. Vedi passare gli ultimi secondi di promo, non vedi praticamente nulla ma senti come un rumore di ventilatore in lontananza. Aspetti. Parte il programma. E capisci cos’era quel rumore, perchè vestito da pseudo Blues Brother c’è lui.

Papi.

Click.

P.s. Titolo inspirato dall’album PFM? PFM! (uno dei più brutti)

Quanta fretta ma dove corri…

Sono andato all’auditorium della Conciliazione per assistere ad un concerto dell’Orchestra sinfonica di Roma, ma sono riuscito a partire nel classico “Fuori tempo massimo” per la percorrenza sul Lungotevere fino in Zona S.Pietro. Ho lasciato la striscia di fuoco modello Wile E. Coyote sulla Colombo, mi ha fatto la hola Ben-Hur per il tratto del Circo Massimo, e sono sicuro che mi verranno a prendere in pompa magna per la percorrenza a velocita di curvatura del sopracitato Lungotevere, Tevere nel quale mi getteranno alla fine dei festeggiamenti. Ma nonostante tutto sono arrivato a concerto iniziato, ho beccato un biglietto a zero euro ed ascoltato la prima parte dal foyer. Tutto sommato serata positiva (a parte la maniglia rimastami in mano uscendo dal bagno).

Il programma era molto interessante e piacevole all’ascolto:

  • Anton Bruckner: Te Deum – per soli, coro e orchestra
  • Alexander Borodin: Nelle Steppe dell’Asia Centrale e Danze Polovesiane.

Bello e coinvolgente, specie per le conosciutissime danze, con ben cinque percussionisti sul palco. Ottima esecuzione e finalmente un luogo con un’acustica adeguata (per la sinfonica rispetto al Sistina, dove avevo ascoltato un concerto precedente). Vi consiglio di leggervi i programmi a venire, Il Direttore Francesco La Vecchia fa una scelta di incoraggiamento verso i giovani molto forte (prezzi per biglietti e abbonamenti bassi) e lo consiglio come possibile alternativa all’auditorium di Roma, per variare gli ascolti.

Viva Radio 2!! Però…


Viva Radio 2 Live

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Ogni tanto la radio ti viene voglia di guardarla. Per farlo però devi andare da lei. Così ho preso armi e bagagli e sono andato in Via Asiago 10 per la diretta di Viva Radio 2. Sala A della radio, postazione “storica” per quanto riguarda la radiofonia italiana. Sullo spettacolo poco da dire, Fiorello e Baldini con letteralmente uno stuolo di collaboratori fanno la loro trasmissione fra le risate del pubblico (spontanee, in fondo l’unico consiglio datoci prima del via è stato “fate casino”), gli spostamenti di Fiorello per le finte telefonate ed un clima conviviale e disteso, apparentemente senza sforzi. Tutto il bene (ne ho parlato bene vero?) che ho detto in passato di questa trasmissione resta valido.
Ma c’è il però che ho messo nel titolo. Però che viene fuori dopo. Cerco il podcast della puntata. Non c’è. In realtà c’era qualcosa lo scorso anno, quest’anno nulla. Però anno dopo anno il duo dà alle stampe un CD, e quest’anno un DVD. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca*, e dover pensare che la mancanza di supporto tecnologico vada a braccetto con la vendita di un “pseudo” disco fa veramente tristezza, specie pensando alla linearità della trasmissione, sulla cui qualità invece non ho nulla su cui eccepire. Il Podcast di RadioRai rimane monco e si incrina il rapporto di fiducia con gli ascoltatori, che sono quelli che determinano il successo della trasmissione, facendo sembrare la cosa lo Zanni che mangia se stesso, fino a rimanere il nulla.