Vado leggermente controcorrente riguardo la questione della cerimonia di apertura dei giochi olimpici, dopo aver letto anche in giro alcune cose. Arrivati a questo punto l’idea di far boicottare la cerimonia agli atleti è stato un tentativo politico goffissimo, del tipo “noi non lo facciamo, non facciamo nessuna scelta ufficiale, ora fatelo voi”. E hanno fatto benissimo gli atleti a rispondere compatti no. No perchè, ripeto, la politica doveva pensarci mesi fa, anche all’epoca della rivolta nel Tibet. Doveva la politica “No, noi restiamo a casa”. Troppo comodo ora prendersela con i ragazzi che sono li, che esclusi i soliti calciatori, sono persone che hanno lavorato lontano dai riflettori, in centri sportivi spesso carenti in materiali e strutture, con il sogno olimpico di fare la sfilata alla cerimonia di apertura. Massimo biasimo ai politici, ma un applauso di incoraggiamento ai nostri atleti.
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A chi (o a che) serve Aldo Grasso?
Aldo Grasso, lo “stimato” critico televisivo (e non solo), l’anti Nicoletti, colui che intrattiene un forum sul sito del Corriere della Sera, a che serve? Ora celebra il “De Profundis” del Trio (LopezMarchesiniSolenghi), accusandoli di autocelebrarsi ed autoincensarsi, prima quello del Grande Fratello, dimentico che proprio lui, contro tutte le critiche negative, sdoganò il fenomeno come innovativo e vero. Colui che ha portato il “mollichismo” alla critica televisiva (come se non ce ne fosse abbastanza in giro). Peccato non riesca ad andare oltre lo zapping su i canali “tradizionali”.
L’avevo detto io, l’avevo detto io, l’avevo….
Va da se che probabilmente qualcuno chiederà le dimissioni del governo in carica per questo, dimenticando chi ha creato il “mostro”. La notizia è semplicemente che Italia.it non serve allo scopo, è fatto malissimo e probabilmente verrà “terminato” fino al lancio di un nuovo sito.
E io (e non solo io) lo avevo detto qui, qui e qui, prendendomi per giunta anche “accuse” (si scherza, vè) di esterofilia. Chi l’avrebbe detto che anche sul web il tempo è un galantuomo?
Got Milk?
Vogliamo considerare questa cosa (e anche questa) come la cartina di tornasole del livello di civiltà di un paese o di un popolo?
E continuiamo a fare finta di niente…
Parlo dei Mondiali che si stanno svolgendo in Francia, ovviamente quelli di rugby. Svicolando dalla cronaca della partita (l’hanno vista, fra i miei conoscenti, più persone di quanto pensassi), trovo ridicolo di riuscire a trovare una mezza pagina dedicata all’argomento su “Il Messaggero” e nulla (a parte il trafiletto in “varie”) su “Il Corriere dello Sport”.
Paura Eh?
Dove meno te lo aspetti
Sabato, impegnato nello studio, ho lasciato accesa per un po’ la TV su “La Corrida”. Fra un campanaccio e una pernacchia, un ragazzo Siciliano un po’ sciroccato ha tirato fuori una interpretazione di “una fortiva lacrima” degna di nota, che mi ha ridato il sorriso per qualche minuto (poi ho spento). Giorgia, che dici, commenteranno anche la sua esibizione a “La Barcaccia“??
Mad as a Horse!!
E dire che c’è chi accusava Trey e Matt di essere esagerati, quanto mostravano Gibson fuori di testa in un episodio di South Park.
P.s. Ma a uno che ti dice “fatti un film tuo” cosa gli devi rispondere? “Cicca cicca?”
Però!
Avete visto che classe e che signorilità hanno a “Il Giornale”? Cosa c’importa del giornalista rapito, meglio parlare delle foto con i trans.
E’ ironica la frase, che c’è sempre qualcuno che non capisce.
Logo, logo delle mie brame…
Tempo fa avevo parlato di un logo e di un sito che riguardava il turismo di un’intero stato. Parlavo dell’Irlanda e parlavo marginalmente di Italia.it. Nel parlarne marginalmente avevo detto che, stante così le cose, anzichè aiutare il turismo lo avrebbe affossato. Per ora ha sicuramente affossato le speranze di chi vede il web come possibilità. Ora per una cifra enorme ci siamo dotati di un logo orrido e di un sito a portale nato già vecchio di 10 anni abbondanti. Il confronto è impietoso. Da un lato un logo che si ispira ai disegni geometrici e ai “celtic knots”, dall’altro una grafica inutile (e con i colori invertiti). Da una parte un sito agile, ben tradotto e accessibile, dall’altro un ammasso di tecnologie web pesanti, lente, fuori standard e non fruibili. Sono, con molti altri vedo, deluso, disilluso e portato a pensare che, in fondo, si cercasse solo un modo di spendere un po’ di soldi pubblici. Un’altra occasione perduta.
Ironic?
Sono solo io a trovare l’ironica campagna pubblicitaria di Robe di Kappa, con protagonista Piero Chiambretti, carina e poco invasiva? In pratica il nostro (cinquantenne) eroe, indossando semplicemente una polo a tinta unita (sempre Kappa, ovviamente), tiene in mano una serie di attrezzi sportivi (che con il suo fisico difficilmente userebbe), sorridendoci sornione alla “se ce la faccio io, ce la fate tutti”
Quella con la palla da Rugby però è vagamente inquietante. L’ovale è grosso quasi quanto lui, provate a fare il confronto con la foto in azione di Bergamasco pochi post sotto.