…Per le artistiche generazioni a venire.
Luciano Pavarotti: 1935 – 2007
(ecco, è stato anche giovane e senza barba. A me piace ricordarlo anche così)
…Per le artistiche generazioni a venire.
Luciano Pavarotti: 1935 – 2007
(ecco, è stato anche giovane e senza barba. A me piace ricordarlo anche così)
In questo momento su Radio3 il Peer Gynt di Grieg in diretta dall’auditorium. E’ stato il mio primo ascolto classico da bambino di cui ho ricordo. E ricordo che, come molti, mi commuovevo fino alle lacrime. Il concerto c’è anche domani, e la direzione di Ashkenazy vale un pensierino (alla faccia, fatemelo dire, di Lost).
Così di volata qualche cosa da fare vedere sentire a Roma questo finesettimana:
All’auditorium c’è Pappano con Beethoven, Paganini e Vacchi, poi anche i Lieder di Grieg. Sul versante musica Folk, jazz e varia c’è la rassegna”musica & musica” della scuola popolare di Testaccio.
Per il piacere degli occhi c’è Chagall al Vittoriano, e come non consigliarvi una visita alla galleria d’arte moderna, con ovvio sconfinamento a Villa Borghese?
Ovviamente anche appuntamenti ovali. per la serie A a Roma presso il Flaminio gioca l’ Unione Capitolina contro L’Aquila (la mia Rugby Roma gioca fuori casa a Benevento). Scegliete con calma e buon divertimento.
Sabato, impegnato nello studio, ho lasciato accesa per un po’ la TV su “La Corrida”. Fra un campanaccio e una pernacchia, un ragazzo Siciliano un po’ sciroccato ha tirato fuori una interpretazione di “una fortiva lacrima” degna di nota, che mi ha ridato il sorriso per qualche minuto (poi ho spento). Giorgia, che dici, commenteranno anche la sua esibizione a “La Barcaccia“??
Partendo dal presupposto che parlando di Adorno non stiamo dissertando su un Mughini, per fare le debite proporzioni, ho due sentimenti. Il primo è di gran piacere (se ne facessero più spesso di discussioni di questo livello). Il secondo è, che pur con le giuste premesse, lo schema di 6 livelli di conoscenza mi sembra un po’ troppo strettino ed accademico (in senso alto, si intende). Anche se il 6 (ascoltatore di leggera tout-court) fu sapientemente inquadrato anche da quel geniaccio di Zappa che nella sua autobiografia con Peter Occhiogrosso se la prendeva con la profilazione profondamente verso il basso del fruitore di musica “pop”. Comunque riprendendo il filo della discussione, la cosa che meno mi piace dello “schema” è il salto che sembra comparire fra la posizione 1 e la 2, non è un piccolo passaggio a parer mio, mi pare proprio un abisso. Come dire che se non sei un musicista (nel senso classico del termine) non puoi o potresti intervenire nel discorso critico-musicale. Ma magari è solo una mia impressione, e non riesco a capire cosa Adorno intenda con “…anche se sa poco o niente della grammatica e della sintassi”.
Sono accanto alla radio e sto ascoltando su Radio3 Stinchelli e Suozzo (La Barcaccia) che commentano, schignazzando come due Jene, la performance di una versione australiana della Tosca. Credo che sia l’unico programma capace di farti sbellicare ascoltando il melodramma. Ricordo il loro commento (Streghe! Strege!!) su un spezzone della Corrida in cui una signora cantava, in maniera terribilmente sgangherata, il tango delle capinere. Ho rischiato il volo nel fosso che corre lungo la Pontina dalle risate.
Giorgia si preoccupa della presenza nell’ambiente del bel canto romano di Vincenzo Salemme. Giorgì, tira un respiro. Se gli fanno fare solo la regia teatrale non è affatto male. Mi spiego. Io stesso conoscevo Salemme solo per i film che aveva girato (e che mi avevano o lasciato indifferente o schifato). Durante il periodo con la compagnia “il Sorriso” il regista mi diceva che l’unico autore moderno sul registro comico, che lo avesse davvero sorpreso, era proprio lui. Ignoravo la parte “teatrale” di Salemme, il suo aver lavorato “piccirillo” con De Filippo, e l’aver scritto una delle più belle commedie con finale amaro degli ultimi tempi “…e fuori nevica”. Se non pretende di cantare, penso che non possa fare che bene alla messa in scena degli spettacoli.
Ha solo tre anni, ma già cercano di vendertelo per “tradizionale”. A me sembra al limite un “fuori cartellone”.
Mi ero ripromesso di non passare il solito capodanno e contavo sul Gospel Festival dell’Auditorium per farlo. Ma ecco l’intoppo. Nel giro di tre giorni spariscono circa quattrocento biglietti e mi trovo a dover fare i conti con la fortuna. Ovvero presentarmi alla biglietteria la sera stessa del concerto per trovare i biglietti residui. Quando mi sono messo in fila stavano distribuendo gli ultimi 20 posti “in piedi” (o meglio non assegnati). Il resto è stato un concerto fantastico con delle voci da brivido, un brindisi vero e finalmente un fine d’anno senza trenini televisivi.
(senza contare un rientro a casa attraversando una Roma irreale!)
Sono andato all’auditorium della Conciliazione per assistere ad un concerto dell’Orchestra sinfonica di Roma, ma sono riuscito a partire nel classico “Fuori tempo massimo” per la percorrenza sul Lungotevere fino in Zona S.Pietro. Ho lasciato la striscia di fuoco modello Wile E. Coyote sulla Colombo, mi ha fatto la hola Ben-Hur per il tratto del Circo Massimo, e sono sicuro che mi verranno a prendere in pompa magna per la percorrenza a velocita di curvatura del sopracitato Lungotevere, Tevere nel quale mi getteranno alla fine dei festeggiamenti. Ma nonostante tutto sono arrivato a concerto iniziato, ho beccato un biglietto a zero euro ed ascoltato la prima parte dal foyer. Tutto sommato serata positiva (a parte la maniglia rimastami in mano uscendo dal bagno).
Il programma era molto interessante e piacevole all’ascolto:
Bello e coinvolgente, specie per le conosciutissime danze, con ben cinque percussionisti sul palco. Ottima esecuzione e finalmente un luogo con un’acustica adeguata (per la sinfonica rispetto al Sistina, dove avevo ascoltato un concerto precedente). Vi consiglio di leggervi i programmi a venire, Il Direttore Francesco La Vecchia fa una scelta di incoraggiamento verso i giovani molto forte (prezzi per biglietti e abbonamenti bassi) e lo consiglio come possibile alternativa all’auditorium di Roma, per variare gli ascolti.