Per andare a fare un giro nel Senese mi sono appoggiato logisticamente a Chianciano Terme per risparmiare qualcosa sui costi dell’albergo. Il soggiorno è stato allietato da un concerto della “Point Chamber Orchestra” (nei prossimi giorni qui a Roma all’auditorium) poco valorizzato (almeno secondo me) dall’APT locale. Con la presenza di ottimi giovani musicisti (con chitarrista italiano) e due cantanti di esperienza (Douglas Ahlstedt e Cecily Nall), l’orchestra guidata dal maestro Efraìn Amaya ha spaziato fra il contemporaneo e la lirica, assolutamente non aiutata dall’acustica dello spazio all’aperto.
Questo il programma:
Angelica, for string orchestra – Efraìn Amaya
Maroon Dreams – Efraìn Amaya – Tenore Douglas Ahlstedt
Concierto de Aranjuez – Joaquìn Rodrigo – Giulio Tampalini, chitarra
Summer Time da Porgy e Bess – George Gershwin – Soprano Cecily Nall
The Italian Street Song da Naughty Marietta – Victor Herbert – Soprano Cecily Nall
Suite da West Side Story – Leonard Bernstein – Soprano Cecily Nall, Tenore Douglas Ahlstedt
Selezione da “L’elisir d’amore” – Gaetano Donizetti – Soprano Cecily Nall, Tenore Douglas Ahlstedt
Piccolo bis con il primo brano e poi “O sole mio” cantato da Douglas Ahlstedt con un terribile tentativo di far cantare il pubblico, sventolando una maglia della nazionale!
C’era una volta… “un Re!” esclameranno i miei piccoli lettori. No, c’era una volta un giovin cantante. Era assai giovin (rispetto agli altri componenti) quando, nel 1981 viene chiamato al cospetto dell’arcobaleno…Oggi ho voglia di raccontarvi di Joe Lynn Turner, cantante rock, che ha saltabeccato fra vari grossi nomi e che ora, sempre più giovane dei mostri sacri, continua a cantare in giro per il mondo. Tutto nasce da un link sul blog di Larvotto, che offre un enorme elenco di video musicali degli anni ’80, compreso quello di “I surrender” dei Rainbow, gruppo formato dall’iroso Blackmore come una costola o giù di li dei Deep Purple. Il gruppo parte con una formazione che includeva Ronald Padovano (meglio conosciuto come “Dio”) e che faceva dell’ispirazione gotic-medioevale il suo marchio di fabbrica. nel tempo, ma abbastanza rapidamente, il gruppo scivola in quello che veniva definita “AOR” o “FM Rock”, prendendo sonorità statunitensi e una maggiore facilità di ascolto. cambiano i cantanti (anche un corto-crinito Graham Bonnet) fino ad arrivare al nostro eroe. Che si fa un pessimo nome, quello di dotato giovin cantante chiamato ai capezzali di gruppi chiudenti. Ovvero è l’ultimo singer dei Rainbow, canta con un gonfissimo Malmsteen, in una pseudo formazione dei Whitesnake e quando lo stesso Blackmore lo chiama a cantare con i Deep Purple i fans iniziano a fare gesti atropopaici. Per fortuna la fama di “portasfiga” non lo coglie, fa dischi da solista e ora va in giro per il mondo con una nuova versione della mummia (ovvero Glenn Hughes), continuando a fare il giovin cantante Rock con la bella faccia (ha comunque 10 anni meno del mostro sacro medio!).
Nella prossima puntata: qualcuno ricorda i VANADIUM?
Ne parlo solo ora ma sabato (si lo so è mercoledì ma aspettavo delle foto che non arrivarono) sono andato all’auditorium di Roma per il concerto della New York Philharmonic diretta da Lorin Maazel. La cifra pagata per il biglietto è stata ampiamente ripagata dalla prestazione dell’orchestra e del maestro, e io che credevo che il “retropalco” mi avrebbe penalizzato. Avevo l’orchestra sotto di me e Maazel di fronte, così ho potuto anche apprezzare il modo “fisico” in cui dirige i suoi professori. Questo il programma:
Brahms – Variazioni su un tema di Haydn per orchestra op. 56a
Kodaly – Danze di Galanta, per orchestra
Berlioz – Sinfonia Fantastica (Episodio della vita di un artista), op. 14
Kodaly non lo conoscevo ed è stata una piacevole scoperta (erano danze ungheresi, molto belle all’ascolto), poi dopo l’intervallo la sinfonia fantastica, con alcune passaggi fatti ad una velocità ed una dinamica che non conoscevo. Quindi tre bis, di cui, e mi scuso, non so dare traccia. I motivi sono due, l’annuncio fatto verso la platea e il brusio del pubblico che usciva. Infatti nei minimi intervalli fra un bis e l’altro la sala si è andata progressivamente (e per me inspiegabilmente) svuotando. Quello che ti fa pensare che per molti il concerto alla fin fine non fosse altro che un buon argomento di conversazioni pseudo-mondane a venire.
Per chi ha iniziato la sua cariera informatica su un chip 68000, contenuto in quei valigioni color ghiaccio o beige, questa è la classica notizia da lacrimuccia. La Commodore, creatrice di una serie di personal computer che hanno, durante gli anni ’80 e ’90, avvicinato una enorme quantità di persone all’informatica è tornata ufficialmente. Torna al momento con lettori MP3 e multimediali, offrendo, come la Apple con il suo Itunes, un negozio on-line di musica da scaricare legalmente. Tutto già visto come anche per altri marchi. Si, ma come si fa a non andare in sollucchero per un lettore che è stato chiamato e-Vic (20 Gb) come il vecchissimo Vic-20 e quelli più piccoli Pet (i Pet erano antecedenti, seriosi e completi di monitor, computer da “ufficio”). Dato che l’affetto per il progetto Amiga non si è mai sopito, (vedi alla voce “amiga in a box“) spero solo, almeno per affetto al marchio, che non sia l’ennesimo fuoco di paglia.
Un suggerimento per il fine settimana a Roma. Domenica 2 Aprile alle ore 21.00, presso l’auditorium Parco della Musica, torna ad esibirsi Max Raabe e la fantasmagorica Palast Orchester. Ne avevo già parlato in occasione di un precedente concerto, e visto il loro ritorno non posso fare a meno di consigliarveli caldamente. Se volete fare un viaggio a ritroso nel tempo, fino agli anni ’20, dove orchestre simili a queste allietavano e facevano danzare i giovani dell’epoca, successivamente etichettate come “degenerate”, la serata di domenica è quella giusta. E vi consiglio di affrettarvi, sicuramente i biglietti stanno andando a ruba.
Questo è l’ultimo disco che ho acquistato nel versante classico, influenzato da una passione per William Blake che risale ai tempi musicali “attivi”.
Il disco è “William Bolcom – Songs of Innocence and of Experience (William Blake)”, coro e solisti dell’University of Michigan School of Music, con la direzione di Slatkin.
La vita e le opere di Blake mi avevano profondamente colpito. Poeta ed incisore era il perfetto stereotipo “romantico” a cui si rifaranno altri contemporanei e tempo dopo la ricerca del cupo nel versante dell’immaginifico “Dark”. Del disco ne avevo sentito delle parti tempo fa e trovandomelo davanti sullo schermo del computer non ho resistito e l’ho acquistato. Non sono un esperto del genere, tende a ricordarmi a volte la parte orchestrale che si trova su “Atom Heart Mother” (anche se siamo ad altri livelli e con altri stimoli). Ti trovi ad ascoltare cantanti che intonano spirituals o ninna nanne con un accompagnamento minimale che all’improvviso si apre per lasciare posto all’orchestra (con forte uso delle percussioni). Alcune parti “risuonano” in testa (come se fossero state già ascoltate) oltre a quelle che già conoscevo.
Se volete sapere qualcosa in più di Blake e della sua vita potete seguire questi link:
Il compleanno di Mozart e’ passato terribilmente in sordina, almeno qui in Italia, comparso in tv solo per servizi di costume con il tipo che balla il tip tap su una sua composizione o di quanto aumenteranno le “palle di mozart” in questi giorni. Piu’ i 2 Angela 2 con un megadocumentario in cui almeno si e’ spiegato chiaramente che la trama di “Amadeus” di Forman non e’ esattamente verita’ storica (ma ogni volta che vedo F. Murray Abraham non posso fare a meno di pensare “si! lo ha avvelenato lui!”). Mi trovavo “un po'” piu’ a nord di Roma e mi sono collegato alla TSI, che, insieme alla francese MEZZO, stavano trasmettendo la “24h Mozart”. Da noi la Rai si e’ degnata solo per far vedere Muti e la sua fantastica pettinatura a capitello dorico, poi il buio piu’ totale (escludendo ovviamente Radio3, ma mi sembrava ovvio).
Sul versante pubblicazioni degno di nota “Amadeus” (e chi senno’?) con i suoi speciali, buon tentativo ma pessimo risultato su Repubblica. Ben sei CD e confezione lussuosa, ma sono ancora dell’idea che sia meglio non spezzettare i movimenti dei concerti (che senso ha avere un pezzo del KV 622 e un altro del KV 364?), che gia’ abbiamo abbastanza persone che applaudono fra un movimento e l’altro…
Saro’ un fissato e un feticista della radio , ma ieri sera, nel tentativo di ascoltare su Radio3 il “Don Giovanni” di Mozart, sono stato preso da idee eversive. La povera Tivoli non riusciva che a fatica a sintonizzarsi, stretta fra gli “sblateri” di Radio Maria e una radio che non faceva altro che venire su durante i recitativi e le pause, che parlava da ore (ma come si fa) ‘daa Roma e ‘daa Lazio. Volevo uscire a far brillare l’Olimpico. Per quello che si e’ ascoltato mi sembra ottimo, e a sentire le impressioni sulla scenografia pesantemente barocca ed animata “a mano” (teli, funi, bilanceri) mi pento di non essere riuscito ad andare a vedere le prove generali aperte.
A questo punto lancerei anche un piccolo gadget (classica fuffata da blog) basato su un’idea che mi sta facendo venire “Gaspar Torriero“. Un piccolo bannerino che dice semplicemente “manca poco al compleanno del Signor Mozart”, da apporre su i blog piu’ musicali in attesa delle celebrazioni, come, in versione testuale Gaspar già sta facendo (in calce, credo, ai soli post musicali).Ed eccolo qui, (un idea, poco tempo e pessimo grafico) a disposizione di chi vuol partecipare.