Nona puntata. Inghilterra schiacciasassi, la Francia gli corre dietro e il Galles si annuncia duro, l’Italia cade a Edimburgo, e si prepara per le rosse per il super saturday, mischia spiegata (spero) e Plastic Bertrand! Tutto Questo in meno di 5 minuti! Venite gente e ascoltate!!
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Un 6 Nazioni Mastodontico Ep. 8
Ottava puntata. Prima vittoria dell’Italia nel 6 Nazioni femminile, giocate incredibili in campo da parte dell’inghilterra e Francia (ma anche l’Italia non ha sfigurato), punk francese e linee del campo più o meno spiegate. Provo ad utilizzare un nuovo hosting per i miei podcast, si tratta di audio.com, emanazione di Audacity. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Buon ascolto!!
Un 6 Nazioni Mastodontico Ep. 7
Ecco qui il resoconto della seconda giornata del 6 Nazioni Femminile. Dove l’Italia viene strapazzata pesantemente dall’Inghilterra (ma si sapeva), L’Irlanda continua a cadere e Il Galles vince una partita al fulmicotone contro la Scozia, anche grazie alla sua pilona Sisilia Tuipulotu, attualmente l’atleta più conosciuta in Galles. Inoltre una piccola rubrica, che continuerà nelle prossime puntate, per regole e curiosità sul gioco. Questa volta i punti!
Un 6 Nazioni Mastodontico Ep. 6
Come sesta puntata? Ma non era finito? NO! Il sei nazioni non finisce mai. In realtà è appena partito il Women Six Nations, la versione femminile del torneo che ha ormai un livello altissimo e che ha visto le Azzurre non sfigurare da quando partecipano al torneo. Prime due partite contro le più forti del torneo, La francia a vinto a Parma ma non ci ha strapazzato, cosa che è successo alla Scozia contro l’Inghilterra. In ogni caso sentite e fatemi sapere!
Un Sei Nazioni Mastodontico Ep. 5
Ultima Puntata! Irlanda sul tetto, Inghilterra non molla, Francia che fatica e Italia che fa rosicchiare le unghie a tutto lo stadio! Il sei nazioni finisce, ma il rugby (come i Rugbisti in genere) non molla mai!! Inoltre, se vi è piaciuto, ho in mente una cosa davvero bella. Se succede lo scoprirete qui. O sul sito dei podcast. Insomma, in giro.
Un Sei Nazioni Mastodontico Ep. 4
Quarta puntata in cui succede di tutto! Francia spiana l’Inghilterra, Italia sconfitta! Irlanda punta al titolo a spese della Scozia (ed ad un sacco di altre cose!)
Benvenuti alla puntata più Punk dell’anno! (Wink wink, nudge nudge).
Un Sei Nazioni Mastodontico Ep. 2
Dopo la seconda Giornata del 6 Nazioni 2023 abbiamo avuto alcune risposte all’andamento delle varie squadre. Italia sconfitta, ma non distrutta, Galles nei guai fino al collo. Errori nel podcast, vari ed eventuali. Buon Ascolto.
Fatta la storia
Potevo esimermi? No. Anche se negli ultimi tempi ho trascurato i post dedicati alla palla ovale, quello che è accaduto in campo a Firenze rientra, a livello sportivo, negli avvenimenti storici. L’ItalRugby (quanto non mi piace questa definizione), batte per la prima volta una delle Big Four, rappresentate da Nuova Zelanda, Australia, Inghilterra e Sud Africa. Il primo scoglio a cadere è stato appunto l’ultimo, non per secco demerito dei Wallabies (si dice in crisi, ma sono sempre giocatori di livello sublime), ma per un’Italia che non si è disunita, che ha tenuto la testa a posto anche nei 10 minuti in inferiorità numerica (i sudafricani hanno messo a segno solo tre punti in quel frangente). La rivoluzione di O’Shea riguarda, almeno a guardarla da fuori, proprio lo spirito, per costruire quel “Killer Instinct” che ci è sempre difettato, o che è apparso a sprazzi.
Qui il cartellino e di seguito una GIF che rappresenta pienamente il nuovo spirito della squadra, Venditti che va in meta, spostando di netto il suo avversario.
Una cosa da aggiungere. Se in futuro si vorrà allargare ancora di più la platea di appassionati, bisognerà iniziare a utilizzare impianti adeguati. Non è possibile vedere una sfida in un campo in cui l’area di meta è al limite della dimensione minima, come l’ultimo campetto spelacchiato in periferia. Trovo che sia arrivato il momento della nascita di una casa del Rugby, magari recuperando in maniera concreta il povero stadio Flaminio, che casa dell’ovale lo è in effetti stata, dall’ingresso alla consacrazione nel 6 Nazioni.
Attenzione, non è finita, è rimasto l’ultimo Test Match contro Tonga, forte fisicamente (quasi come i Neozelandesi) ma meno capace tecnicamente. Se O’Shea continua il suo lavoro, questa volta sarà la testa a fare la differenza.
Peppe D’Avanzo e l’ovale
Molti lo conoscono per le dieci domande al premier Berlusconi, per le inchieste, ma lo scomparso Beppe D’Avanzo era anche un rugbista. Voglio ricordarlo con questo suo pezzo (invero vecchietto e in ricordo di quella partita che fu un disastro), che ben descriveva con splendido stile il nostro sport:
Il rugby per salvare l’Italia
Noi appassionati del rugby – diversi e un po’ sfigati come può esserlo in Italia chi non ama il calcio – abbiamo un sogno: vedere l’ 8 settembre a Marsiglia, quando l’Italia giocherà con gli All Blacks la partita di esordio dei Mondiali, il premier, il leader dell’ opposizione. Perché no?, il capo dello Stato. In buona sostanza, chi ha sulle spalle la responsabilità di guidare il Paese. Per un motivo elementare: abbiamo la convinzione che l’Italia abbia bisogno del rugby; che i princìpi del rugby consentano di guardare meglio lo «stato presente del costume degli italiani».
Siamo persuasi che questo gioco possa migliorare l’Italia. È un mistero inglorioso, per gli italiani, il rugby. Pochi sanno esattamente di che cosa si tratta. È un peccato perché il rugby ha le stesse capacità mitopoietiche del calcio e, come il calcio, permette di interpretare il mondo. Dalla sua, il football può vantare moltissimi scrittori che si sono misurati con quest’impresa. Qui da noi con il rugby si è misurato soltanto, che io sappia, Alessandro Baricco con tre cronache (due su questo giornale) che, per noi del rugby, sono ancora oggi una medaglia da mostrare in giro. Di quelle cronache, negli spogliatoi e sugli spalti semideserti, se ne conoscono le frasi a memoria. Un paio in particolare: «Rugby, gioco da psiche cubista»; «Qualsiasi partita di rugby è una partita di calcio che va fuori di testa». Non si discute la scintillante eleganza della scrittura. Mi sembra, però, che la prova di Baricco confonda quel poco che nel rugby è chiaro. «Psiche cubista». A naso, credo che si possa contestare l’ accostamento tra i volumi, i vuoti del cubismo e il rugby.
Il rugby è fatto di traiettorie e di pieni, Continue reading Peppe D’Avanzo e l’ovale
6 Nazioni 2011 – Considerazioni
[quanta polvere!] Questo finesettimana si è concluso il 6 Nazioni 2011. A vedere la classifica sembrerebbe non sia cambiato nulla in casa azzurra, ultima posizione (wooden spoon) ecc. Ma in realtà questo 2011 appare più come un punto di svolta che una comparsata.
Volevo partire dal punto più basso, ovvero la partita con l’Inghilterra. Solo che i risultati dell’ultima giornata hanno cambiato ancora il punto di vista. La vincitrice del torneo non ha fatto il Grand Slam, ed è caduta a Dublino con un punteggio peggiore degli azzurri a Edimburgo. Questo cambia ancora di un angolo la visione d’insieme del torneo. Questo è l’anno di esordio delle nostre due franchigie in Celtic League. Oltre ai risultati (migliori per la Benetton, peggiori per gli Aironi ma con alcune belle cose), ha portato parecchi giocatori che poi si ritrovano in nazionale a giocare con livelli europei, come già facevano quelli che giocavano stabilmente in Francia o in UK. Questo si è riflesso nel gioco della nazionale, con alcuni lati deboli, messi in evidenza proprio dall’alto livello generale.
Più gioco alla mano – Le mete sono arrivate da gioco alla mano come non ne vedevamo da molto tempo, ma la partenza fuori dal punto di contatto è sempre pressoché da fermo, con ovvie conseguenze sulla conquista del vantaggio e di metri preziosi. In pratica il primo passaggio del mediano trova il compagno arretrato quasi fermo, con conseguente salita rapida della linea difensiva avversaria, che si traduceva in palla e uomo in genere al secondo o terzo passaggio. Se si riusciva a evitare questa prima lenta fase la palla arrivava alle ali che hanno fatto qualche scoribanda ma ecco uno dei punti dolenti.
Riciclo – Il riciclo da parte dei placcati è sempre scarso, poco più dello scorso anno (devo ancora scorrere le statistiche, ma l’impressione è quella. Spesso isolate le ali sono riuscite comunque a non fare quintali di tenuti, ma la differenza salta agli occhi guardando le conquiste di campo fatte da noi contro Irlanda o anche la stessa Francia.
Rimesse – Ghiraldini con la percentuale più spaventosa degli ultimi anni. C’è poco da dire. Se concedi troppe rimesse agli avversari, non puoi sfruttare quella che era la mischia più forte d’Europa.
Mischia – E’ ormai al livello di quelle delle altre squadre. Non è un punto debole ma neanche la schiacciasassi che avevamo in precedenza. Il pack italiano continua a fare grandi Rolling Maul, ma se mancano le rimesse prese a due mani…(vedi sopra).
Calci – Chi getta la croce su Bergamasco non ha capito che un giocatore che nel suo club non fa il calciatore di “ruolo” e può esercitare solo in nazionale è da ammirare e lodare. Certo, 50% è una ben scarsa percentuale ma quando la concentrazione è salita si è fatto determinante come con la Francia (e in negativo con Irlanda e Galles).
Capitolo Francia – La prima conquista del trofeo Garibaldi (scimmiottato alla Calcutta Cup?) è un eventi storico, contro i campioni in carica. La Francia ha sbagliato atteggiamento, ma non era certo una partita fasulla.
I due match contro Irlanda e Galles, persi di un soffio o di tanti calci persi hanno messo in evidenza proprio la manchevolezza realizzativa. Non di sole Mete vive il Rugby. I giornali d’oltremanica, Gallesi e Irlandesi, hanno messo in evidenza che quest’anno non c’erano grosse differenze fra le squadre, e che l’Italia era da temere come non mai. Alla fine i due crolli grossi sono stati contro l’inghilterrra (forse anche psicologico) e il terribile secondo tempo Scozzese (più fisico che altro). Ma la squadra fino all’uscita di Masi (uomo chiave quest’anno), era all’altezza della fama conquistata. Vedremo se i prossimi grandi appuntamenti (il mondiale alle porte, con il solito girone impossibile) e il prossimo 6 Nazioni mostreranno ancora miglioramenti, che saranno da prevedere guardando come evolverà il discorso Celtic League.